Salvando la plastica dal mare e viceversa. 

Premessa. La mia avventura di designer è iniziata nel 2016 con l’intento di salvare gli stock di tessuti “morti”. Ho acquistato questi tessuti in giacenza e scarti di grosse produzioni industriali dai rivenditori tessili. E con essi ho creato edizioni limitate di sacche da surf, le Fede Surfbags e altri accessori mare. Queste con il passaparola e tanta buona volontà hanno fatto il giro del mondo.

Durante questo capitolo della mia vita mi sono trasferita al mare per poterci andare quando e quanto più lo desideravo. E nel resto del tempo creavo e cucivo per le belle anime che hanno supportato questo piccolo brand. Con l’amore del mare ho affrontato in prima persona il problema della plastica e dei rifiuti abbandonati sulle spiagge. E proprio per questo motivo ho iniziato ad odiare l’estate.

Come è nato il primo prototipo di tappetino surf per cambiarsi, realizzato con giochi di plastica abbandonati in spiaggia dopo l'estate.

 

Sul litorale laziale dai primi di Giugno fino a Settembre è tutto perfetto o quasi. Le spiagge curate sono ripulite costantemente. E si trasformano così in scenari da favola di chi le vive solo quel mese all’anno. Si fa finta che vada tutto bene, che questo sia il periodo più bello dell’anno. Ci sono 40 gradi all’ombra e un’afa mortale e neanche l’ombra di un’onda da surfare. Ma il tempo scorre sereno sotto gli ombrelloni tra un selfie e un tik tok. Facciamo un bagno con gli amici estivi e prendiamo uno spritz con la musica a palla. A parte l’inquinamento invisibile di creme solari, carburanti di barche non sono evidenti grossi problemi. Qualche giorno c’è anche l’acqua cristallina!

Ed ogni anno poi una nuova moda… un nuovo gonfiabile a forma di unicorno con cui fare delle foto perfette. Una nuova tavola da surf per non fare annoiare i figli o per non farsi annoiare. Poi c’è il nuovo drink pubblicizzato dalla star di turno e i giochi di plastica per i più piccolini. Questi oggetti comprati a due soldi dal marocchino di turno, poco dopo vengono gettati. E così, a fine stagione ci sono nuovi giochi e vecchie attrezzature abbandonati lì in spiaggia e in strada. 

Proprio davanti alle ville perfette con il pratino all’inglese fuori dal cancello c’è la discarica. Quindi, si continua in strada, dove mucchi di rifiuti puzzolenti abbandonati qua e là. Forse non vengono raccolti da giorni se non settimane. Ed occupano lo spazio di un SUV o di un furgone. A proposito di SUV, le stradine sono sovraccariche di automobili. Queste macchine occupano quasi tutta la strada stessa. E sono parcheggiate ovunque che quasi quasi non si riesce a circolare a piedi. Per non parlare poi dell’inquinamento acustico di clacson e motori. E la gente alla guida è esaurita dal caldo e dalla mancanza di spazio. Sbraiterebbero anche contro una nonnina carica di buste che cammina lenta e affaticata sotto il sol leone.

La maggioranza dei luoghi di villeggiatura italiani, sono stati costruiti negli anni ’70 ed hanno una concezione degli spazi diversi, guardiamo alle automobili che circolavano in quegli anni. Queste erano piccolissime rispetto a quelle di oggi di derivazione americana, basti pensare alle dimensioni della famosa Fiat Cinquecento.

Come è nato il primo prototipo di tappetino surf per cambiarsi, realizzato con giochi di plastica abbandonati in spiaggia dopo l'estate.

 

D’altra parte ci sono le spiagge libere, quei fazzoletti di sabbia lasciati liberi tra uno stabilimento e l’altro. Dedicati a chi vuole sdraiarsi sulla sabbia anche solo per 10 minuti. C’è chi vuole stare lì per il tempo di una nuotata. A volte queste spiaggie sono l’unica possibilità per chi non vuole o non può pagare per godersi il mare. Sono ovviamente più affollate e qui invece si nota già un sovraccarico di rifiuti abbandonati direttamente in spiaggia. All’uscita della spiaggia ci sono cestini esplosi con sacchetti, sdraie e ombrelloni rotti e molto altro ancora. Nonostante ciò, esse mantengono il loro fascino di libertà, alcune poi sono ben curate dai frequentatori stessi.

Come è nato il primo prototipo di tappetino surf per cambiarsi, realizzato con giochi di plastica abbandonati in spiaggia dopo l'estate.

 

Così, dopo mesi di siccità, di solito intorno al Ferragosto, arrivano le prime piogge. I vacanzieri iniziano a ‘sloggiare’ lasciando fuori dai cancelli e in spiaggia tutto quello di cui si riescono a liberare. E a noi restano le temibili ‘bombe d’acqua’. Questa quantità improponibile d’acqua non riesce ad essere assorbita dalla terra arida e dal cemento. E così scivola sull’asfalto con violenza trasportando i rifiuti abbandonati in strada come in un torrente in piena. Un fiume carico di detriti di ogni tipo che arriva giù fino al mare. E qui si ammucchia con il resto abbandonato in spiaggia. E per finire, ciliegina sulla torta, arrivano le prime grosse mareggiate autunnali. Queste sono benedette dai surfisti, perchè dopo un’estate di magra riprendono possesso del loro habitat. Ma purtroppo le burrasche violentissime si prendono quello che trovano in spiaggia e lo trasportano in alto mare.

 

Come è nato il primo prototipo di tappetino surf per cambiarsi, realizzato con giochi di plastica abbandonati in spiaggia dopo l'estate.

 

Un mantra indiano dice NON ODIARE QUELLO CHE NON COMPRENDI. Negli anni e con l’aggiunta esperienza del covid-19, ho finalmente capito che con l’odio non si risolve nulla e con le guerre neanche. Il giusto e sbagliato non fanno altro che alimentare sentimenti negativi che non portano a nessuna risoluzione. La plastica nei nostri mari è il minore dei problemi. E lo sfruttamento delle risorse del litorale è l’unico modo per alcune comunità di sostenersi. Per cui ho capito che solo l’educazione, la cultura e l’immaginazione ci può salvare e creare altri modi. È l’amore che ci porta a prenderci cura di qualcosa o di qualcuno. Così, ho lasciato andare e mi sono messa a giocare proprio con quei detestati giocattoli abbandonati. L’ho fatto con la speranza di poter ispirare. E di raggiungere chi ha il cuore aperto, chi sa ascoltare e vuole partecipare al cambiamento. SEGUE

 

Il granchio news. Accessori da surf realizzati con la plastica trovata nei mari di Anzio

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